Il bubbo cine

Ohne dich ist alles doof


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Hipsterland imploderà

Stamattina mi sono svegliata e dato che ho un giorno libero mi sono messa a fare un giretto per i miei blog preferiti e incappo in questo post di Andrea che vi consiglio di leggere, e vi consiglio anche di partecipare COSTRUTTIVAMENTE alla discussione perché secondo me ne può venir fuori qualcosa di interessante..
Non credo che ci sia nulla da aggiungere a quello che ha scritto lui, perché
a) ne sa più di me
b) sa scrivere molto meglio di me.
Poco dopo aver fatto colazione mi sono pure ritrovata al telefono col mio ragazzo (gigante) a discutere della cosa, non so, come se fossimo al pub davanti ad una birra..La cosa che mi preme è chiarire che la discussione non è su Syria, Airys o come diavolo vuol essere chiamata, ma sulla qualità della musica in generale, e ancora di più, sulla qualità del dialogo fra artisti e pubblico.
Io credo che se si nasce come cantante pop italiano e poi ci si ritrovi immersi in questo fantastico mondo di alcol lustrini e fatemelo dire, vestiti veramente ridicoli, e ad un certo punto si capisca che ci piace e vogliamo tentare di dare il via ad un progetto elettronico, nuovo, per mettersi in gioco e tentare qualcosa di diverso, vada benissimo provarci. Ma bisogna innanzitutto sapersi mettere in gioco. Saper accettare le critiche e dare la possibilità a chi ascolta di poter dire come la pensa.
Non si può nemmeno lontanamente immaginare di avere successo nel 2009 ignorando il dialogo con l’utenza e soprattutto i miliardi di possibilità che ci da internet di questi tempi.
Credo che sia troppo facile voler solo consensi, rimandendo all’interno del proprio ambiente, fra gli amici, e le mura conosciute, ma per poter affermare di essere degli ottimi artisti bisogna andare fuori dal sentierino, fuori da Milano, motivare le proprie scelte e farle valere. E invece no, i concerti li fanno tutti nelle stesse città, negli stessi locali, con lo stesso pubblico.
Senza ricordare invece chi sta lì a suonare dalla mattina alla sera, delle cose che gli vengono dal cuore che non ascolterà mai nessuno perché sono troppo difficili, ci sono persone che se non riescono a mettere giù quel ritmo che hanno in testa poi non parlano più con nessuno per tutto il giorno, ma questo non c’entra niente, qua si parla di amore per la musica, è tutta un’altra cosa..
(Poi vabbè, rispondere in tempo a delle domande è anche una questione di rispetto verso chi quelle domande le ha pensate, il risultato quale è alla fine? una maestosa figura di merda. Ma anche una riconferma di tutto quello che penso di quel mondo, così futile, temporaneo, scintillante, che temo imploderà presto.)
La risposta a tutto questo è proprio nella canzone di Airys “Esco”: Che rimane non sappiamo ancora..
Vi suggerisco una risposta:
niente.

E vi ricordo che l’unico cantante italiano che può permettersi di salire su un palco e non dire niente, nemmeno buonasera, cantare per un’ora e mezzo fino a far piangere chi è lì seduto ad ascoltare, è solo Paolo Conte.

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